Martinica
E' il pomeriggio del 31 dicembre 1999, con il mio compagno decidiamo di partire per una meta Caraibica per festeggiare l'arrivo del 2000. Non avendo mai viaggiato prima, non ero provvista di passaporto, così facciamo una ricerca veloce e veniamo a conoscenza che per le Antille francesi non serve il passaporto, ma basta la carta d'identità. Ci rechiamo all'aeroporto di Fiumicino informandoci sull'orario dei voli, ce ne è uno per il 1 gennaio alle ore 12, bene, lo prenotiamo. Corriamo a casa per festeggiare il capodanno e durante la serata prepariamo i bagagli, il giorno dopo si parte, più last minute di così...!!!
Alle ore 12 del 1 gennaio ci imbarchiamo su un volo della Air France diretti a Parigi dove prenderemo il volo per La Martinique, per me è il battesimo dell'aria, e mi aspettano più di 10 ore di volo, non male per iniziare!
Arriviamo a Parigi all'aeroporto di Orlì, con una navetta ci trasferiscono in quello di Charles De Gaulle dove prendiamo l'ennesimo aereo della Air France per Fort De France la capitale della Martinica. Sull'aereo si inizia a respirare l’aria dei Caraibi, per i passeggeri che mi stanno seduti accanto e per i piatti di cucina creola che ci servono a bordo.
Arriviamo in Martinica ora locale mezzanotte circa, non sapevamo dove andare a dormire, l'hostess ci aveva garantito che avremmo potuto trovare una sistemazione senza alcun problema direttamente sul posto.
Noleggiamo una Renault Clio rossa, acquistiamo una guida Routard e ci dirigiamo allo sportello info turistiche dove una gentilissima hostess ci consiglia e prenota un piccolo residence, Les verger d'estale a Saint Luce, a sud dell'isola. Abbiamo un solo, grande problema, né io né il mio compagno parlavamo il francese e non tutti parlavano l'inglese, tanto meno l'italiano.
Arriviamo al piccolo residence, un canto di grilli ci accoglie e ci accompagna per tutta la notte, verremo poi a scoprire che sono tipici del posto, nei negozi di souvenir vendono scatole che aprendole diffondono lo stesso canto...
Ci fermiamo in Martinica per circa una settimana, il primo giorno ci dedichiamo alla perlustrazione delle zone limitrofe, spiagge, supermercati, cercando di capire come sia la vita in Martinique. Durante il tragitto in auto notiamo molte donne ferme sul ciglio della strada a fare l'autostop, sulla nostra guida c'era scritto che è usanza fare l'autostop in quanto i taxi collettivi costano tanto e passano di rado e quella di accogliere un ospite in auto è buona usanza da quelle parti, così ci integriamo subito e ci offriamo di accompagnare due donne in paese.
Arrivati in paese ci procuriamo un po di viveri, dove alloggiamo c'è solo la possibilità di dormire e cucinare qualcosa con il forno a microonde e piastre.
Tipiche del posto minuscole banane davvero buone e ananas in miniatura.
La vegetazione è florida e dai vari colori, in quel periodo è estate, le giornate sono calde e assolate ma quando meno te lo aspetti il cielo si annuvola e vengono giù violenti acquazzoni seguiti da meravigliosi arcobaleni, il cielo subito si rasserena e fa ancora caldo.
Durante il nostro soggiorno abbiamo girato tutto il sud della costa, da Fort De France ad una località chiamata Le Vauclin.La nostra spiaggia preferita era quella di Sainte Anne a sud est della costa la spiaggia è quella di Grand Anse des Salines, per molti è la spiaggia più bella dell'isola, e il fatto che si sia installato un Club Med è un buon segno,chilometri di spiaggia di sabbia chiara e finissima, palme di cocco enormi che cadevano sulla spiaggia, tantissimi bagnanti e tanti venditori ambulanti, questi ultimi erano una vera attrazione del posto. Bellissime ragazze con grandi ceste in vimini vendevano bikini e pareo ai bagnanti, il loro modo di vendere era quello di indossare i bikini spogliandosi e provando i modelli di fronte ai bagnanti, una vera e propria sfilata di moda per noi donne e un bel vedere per gli uomini che nel frattempo si rifacevano gli occhi...atri venditori erano quelli dei bomboloni o dolci di cocco, portavano i vassoi sulla testa urlando "Bombolini" a squarciagola. Il mare è quello tipico Caraibico dalle più varie sfumature di azzurro.
A sud ovest dell'isola visitiamo la spiaggia di Grand Anse du Diamant, lunga e bella spiaggia familiare, di sabbia fine e dorata ricca di alberi di palme da cocco, di piccole casette e di venditori di pesce alla griglia ambulanti. L'atmosfera è popolare.
Un pò più a sud troviamo Les Anse D'Arlet, la sua spiaggia è gradevole e c' è un pò di tutto il mondo, a qualche metro dall'acqua sorge una grande roccia a forma di diamante, ai suoi piedi numerosi branchi di pesciolini multicolori, ideale per bagnanti con maschera e tubo.
Addentrandoci nei paesi li troviamo vari stili architettonici, ma quello che prevale è il tipico stile coloniale francese, costruzioni nuove, ben messe, tutte colorate, la gente è quasi tutta di colore, si vedono uscire dalla chiesa alla domenica donne vestite stile anni 60 con i cappelli con la veletta e abiti di colori sgargianti ma belli, da giorno di festa. La cucina è stata un grande problema per me, fin da quando ci siamo imbarcati sull'aereo per la Martinique, non è cucina francese ma creola, molto speziata e dai sapori forti, piatto forte la granseola, e i crostacei in genere per i quali vado molto ghiotta se non fosse per le salse della cucina locale.
Per i pasti dei giorni a venire ci organizziamo con Baguette e prosciutto e pizze da scongelare nel nostro microonde, e tanta, tanta frutta.
Un pomeriggio facciamo visita nella capitale, Fort De France, si nota subito la differenza dai piccoli centri siti lungo la costa, tanti negozi, banche, locali, ma appena calato il buio diventa desolante e anche pericolosa, tanta la gente che mendica ai bordi delle strade, tanta ricchezza si mescola ad altrettanta povertà.
I paesi sono piccoli e modesti, tante capanne in legno che basterebbe un soffio di vento a spazzarle via, vivono di poco, di pesca di agricoltura, vivono alla giornata, il ceto più abbiente è quello dei francesi, che hanno fatto fortuna in Martinica aprendo negozi per turisti, ristoranti e alberghi, loro non sono di colore.
Point Du Bout comune di Trois Ilet chiude la baia di Fort de France. E' la stazione balneare per eccellenza, per i turisti più esigenti in termini di confort, un po meno in termini di autenticità. Qua sono raggruppati tutti i più grandi Hotel dell'isola. Non lontano da qua c'è Anse Mitan una località che non è più un villaggio ma una spiaggia, la più vicina a Fort De France, anche qua troviamo numerosi Hotel e ristoranti, ma di qualità mediocre, per nulla organizzata la spiaggia, l'invasione dei turisti l' ha nel tempo danneggiata e la fuoriuscita di scarichi fognari in prossimità di queste l'hanno resa sgradevole e maleodorante. Scendendo verso est c'è Sainte Luce è un grande villaggio di pescatori, qua c' è molto commercio.
Durante il nostro viaggio abbiamo visitato una distilleria di Rhum, nella località di Trois Rivièrs, qua ci hanno mostrato tutte le fasi della distillazione del Rhum con degustazione finale.Le macchine utilizzate per questi processi di distillazione, sono le stesse da 70 anni.
Altre spiagge note sono quelle quella di Cap Chevalier sita più a est e la sua vicina Cap Ferrè, entrambe mete per surfisti in quanto molto ventilate.
Non abbiamo avuto abbastanza tempo per poter ammirare tutte le bellezze dell'isola anche se trattasi di una piccola isola.
Anche questa volta siamo partiti col cuore in gola, i proprietari dell'hotel ci hanno salutati ricevendo in omaggio con una bottiglia di rhum locale, abbiamo lasciato il caldo per partire verso il freddo delle nostre città, l'estate Caraibica per il nostro inverno, insolite e curiose ai nostri occhi le loro spiagge addobbate per il Natale, quando si lascia un posto che piace è un po come lasciarci il cuore, in compenso siamo tornati a casa ancora più ricchi per le esperienze vissute e soprattutto abbronzati!!
Lia
Fonte: Gruppo Viaggi Low Cost.
E' il pomeriggio del 31 dicembre 1999, con il mio compagno decidiamo di partire per una meta Caraibica per festeggiare l'arrivo del 2000. Non avendo mai viaggiato prima, non ero provvista di passaporto, così facciamo una ricerca veloce e veniamo a conoscenza che per le Antille francesi non serve il passaporto, ma basta la carta d'identità. Ci rechiamo all'aeroporto di Fiumicino informandoci sull'orario dei voli, ce ne è uno per il 1 gennaio alle ore 12, bene, lo prenotiamo. Corriamo a casa per festeggiare il capodanno e durante la serata prepariamo i bagagli, il giorno dopo si parte, più last minute di così...!!!
Alle ore 12 del 1 gennaio ci imbarchiamo su un volo della Air France diretti a Parigi dove prenderemo il volo per La Martinique, per me è il battesimo dell'aria, e mi aspettano più di 10 ore di volo, non male per iniziare!
Arriviamo a Parigi all'aeroporto di Orlì, con una navetta ci trasferiscono in quello di Charles De Gaulle dove prendiamo l'ennesimo aereo della Air France per Fort De France la capitale della Martinica. Sull'aereo si inizia a respirare l’aria dei Caraibi, per i passeggeri che mi stanno seduti accanto e per i piatti di cucina creola che ci servono a bordo.
Arriviamo in Martinica ora locale mezzanotte circa, non sapevamo dove andare a dormire, l'hostess ci aveva garantito che avremmo potuto trovare una sistemazione senza alcun problema direttamente sul posto.
Noleggiamo una Renault Clio rossa, acquistiamo una guida Routard e ci dirigiamo allo sportello info turistiche dove una gentilissima hostess ci consiglia e prenota un piccolo residence, Les verger d'estale a Saint Luce, a sud dell'isola. Abbiamo un solo, grande problema, né io né il mio compagno parlavamo il francese e non tutti parlavano l'inglese, tanto meno l'italiano.
Arriviamo al piccolo residence, un canto di grilli ci accoglie e ci accompagna per tutta la notte, verremo poi a scoprire che sono tipici del posto, nei negozi di souvenir vendono scatole che aprendole diffondono lo stesso canto...
Ci fermiamo in Martinica per circa una settimana, il primo giorno ci dedichiamo alla perlustrazione delle zone limitrofe, spiagge, supermercati, cercando di capire come sia la vita in Martinique. Durante il tragitto in auto notiamo molte donne ferme sul ciglio della strada a fare l'autostop, sulla nostra guida c'era scritto che è usanza fare l'autostop in quanto i taxi collettivi costano tanto e passano di rado e quella di accogliere un ospite in auto è buona usanza da quelle parti, così ci integriamo subito e ci offriamo di accompagnare due donne in paese.
Arrivati in paese ci procuriamo un po di viveri, dove alloggiamo c'è solo la possibilità di dormire e cucinare qualcosa con il forno a microonde e piastre.
Tipiche del posto minuscole banane davvero buone e ananas in miniatura.
La vegetazione è florida e dai vari colori, in quel periodo è estate, le giornate sono calde e assolate ma quando meno te lo aspetti il cielo si annuvola e vengono giù violenti acquazzoni seguiti da meravigliosi arcobaleni, il cielo subito si rasserena e fa ancora caldo.
Durante il nostro soggiorno abbiamo girato tutto il sud della costa, da Fort De France ad una località chiamata Le Vauclin.La nostra spiaggia preferita era quella di Sainte Anne a sud est della costa la spiaggia è quella di Grand Anse des Salines, per molti è la spiaggia più bella dell'isola, e il fatto che si sia installato un Club Med è un buon segno,chilometri di spiaggia di sabbia chiara e finissima, palme di cocco enormi che cadevano sulla spiaggia, tantissimi bagnanti e tanti venditori ambulanti, questi ultimi erano una vera attrazione del posto. Bellissime ragazze con grandi ceste in vimini vendevano bikini e pareo ai bagnanti, il loro modo di vendere era quello di indossare i bikini spogliandosi e provando i modelli di fronte ai bagnanti, una vera e propria sfilata di moda per noi donne e un bel vedere per gli uomini che nel frattempo si rifacevano gli occhi...atri venditori erano quelli dei bomboloni o dolci di cocco, portavano i vassoi sulla testa urlando "Bombolini" a squarciagola. Il mare è quello tipico Caraibico dalle più varie sfumature di azzurro.
A sud ovest dell'isola visitiamo la spiaggia di Grand Anse du Diamant, lunga e bella spiaggia familiare, di sabbia fine e dorata ricca di alberi di palme da cocco, di piccole casette e di venditori di pesce alla griglia ambulanti. L'atmosfera è popolare.
Un pò più a sud troviamo Les Anse D'Arlet, la sua spiaggia è gradevole e c' è un pò di tutto il mondo, a qualche metro dall'acqua sorge una grande roccia a forma di diamante, ai suoi piedi numerosi branchi di pesciolini multicolori, ideale per bagnanti con maschera e tubo.
Addentrandoci nei paesi li troviamo vari stili architettonici, ma quello che prevale è il tipico stile coloniale francese, costruzioni nuove, ben messe, tutte colorate, la gente è quasi tutta di colore, si vedono uscire dalla chiesa alla domenica donne vestite stile anni 60 con i cappelli con la veletta e abiti di colori sgargianti ma belli, da giorno di festa. La cucina è stata un grande problema per me, fin da quando ci siamo imbarcati sull'aereo per la Martinique, non è cucina francese ma creola, molto speziata e dai sapori forti, piatto forte la granseola, e i crostacei in genere per i quali vado molto ghiotta se non fosse per le salse della cucina locale.
Per i pasti dei giorni a venire ci organizziamo con Baguette e prosciutto e pizze da scongelare nel nostro microonde, e tanta, tanta frutta.
Un pomeriggio facciamo visita nella capitale, Fort De France, si nota subito la differenza dai piccoli centri siti lungo la costa, tanti negozi, banche, locali, ma appena calato il buio diventa desolante e anche pericolosa, tanta la gente che mendica ai bordi delle strade, tanta ricchezza si mescola ad altrettanta povertà.
I paesi sono piccoli e modesti, tante capanne in legno che basterebbe un soffio di vento a spazzarle via, vivono di poco, di pesca di agricoltura, vivono alla giornata, il ceto più abbiente è quello dei francesi, che hanno fatto fortuna in Martinica aprendo negozi per turisti, ristoranti e alberghi, loro non sono di colore.
Point Du Bout comune di Trois Ilet chiude la baia di Fort de France. E' la stazione balneare per eccellenza, per i turisti più esigenti in termini di confort, un po meno in termini di autenticità. Qua sono raggruppati tutti i più grandi Hotel dell'isola. Non lontano da qua c'è Anse Mitan una località che non è più un villaggio ma una spiaggia, la più vicina a Fort De France, anche qua troviamo numerosi Hotel e ristoranti, ma di qualità mediocre, per nulla organizzata la spiaggia, l'invasione dei turisti l' ha nel tempo danneggiata e la fuoriuscita di scarichi fognari in prossimità di queste l'hanno resa sgradevole e maleodorante. Scendendo verso est c'è Sainte Luce è un grande villaggio di pescatori, qua c' è molto commercio.
Durante il nostro viaggio abbiamo visitato una distilleria di Rhum, nella località di Trois Rivièrs, qua ci hanno mostrato tutte le fasi della distillazione del Rhum con degustazione finale.Le macchine utilizzate per questi processi di distillazione, sono le stesse da 70 anni.
Altre spiagge note sono quelle quella di Cap Chevalier sita più a est e la sua vicina Cap Ferrè, entrambe mete per surfisti in quanto molto ventilate.
Non abbiamo avuto abbastanza tempo per poter ammirare tutte le bellezze dell'isola anche se trattasi di una piccola isola.
Anche questa volta siamo partiti col cuore in gola, i proprietari dell'hotel ci hanno salutati ricevendo in omaggio con una bottiglia di rhum locale, abbiamo lasciato il caldo per partire verso il freddo delle nostre città, l'estate Caraibica per il nostro inverno, insolite e curiose ai nostri occhi le loro spiagge addobbate per il Natale, quando si lascia un posto che piace è un po come lasciarci il cuore, in compenso siamo tornati a casa ancora più ricchi per le esperienze vissute e soprattutto abbronzati!!
Lia
Fonte: Gruppo Viaggi Low Cost.
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